La causa principale della crisi d’impresa è soprattutto di carattere soggettivo: l’imprenditore, per non rinunciare al proprio ego, crede di saper tutto e non si mette in discussione, attribuendo le colpe del dissesto a fattori esterni, tipo: il mercato difficile, la recessione economica, i sindacati che difendono i lavoratori che non hanno voglia di lavorare, la concorrenza che acquista le materie prime dalla Cina o da altri paesi esteri a costi più bassi e quindi vendono a prezzi più bassi, uccidendo il mercato, ecc. Si raccontano delle favole e finiscono per crederci! Ma quali sono le reali cause?
Le cause oggettive di una crisi aziendale
Le principali cause di una crisi aziendale, più che di carattere oggettivo, sono di carattere soggettive ed insieme sono le seguenti:
- Scarsa capacità d’ascolto da parte dell’imprenditore, prigioniero del proprio EGO;
- Decisioni prese in modo unilaterale senza confrontarsi con persone competenti;
- Personale dipendente e professionisti non all’altezza di una corretta gestione aziendale;
- Mancata gestione del magazzino: gli ordini di acquisto vengono effettuati “ad occhio”, senza tener conto del reale fabbisogno aziendale, si crea quindi un magazzino gonfio e non liquido che bisogna comunque pagarlo, assorbendo liquidità o ricorrendo ai finanziamenti terzi;
- Mancata valutazione della solvibilità del cliente;
- Inefficaci procedure di recupero crediti;
- Tecniche di marketing antiquate e non più concorrenziali, tanto per fare un esempio il marketing digitale cresce di anno in anno, non viene neppure preso in considerazione;
- Assenza del controllo di gestione breve ed efficace, a livello mensile. La maggior parte degli imprenditori di PMI attendono il mese di aprile dell’anno successivo, quando il commercialista redige, per legge, il bilancio annuale, per conoscere i risultati della propria azienda;
- Assenza delle procedure di controllo interno; non è in frequente assistere ad ammanchi di merce, a ricevute
bancarie pagate, ma in parte non dovute, perché le fatture di acquisto non sono state controllate con le quantità effettivamente ricevute e con i prezzi stabiliti dagli ordini di acquisto; - Duplicazioni di lavori del tutto inutili;
- Scarti di lavorazione esagerati, per scarso livello di attenzione da parte del personale addetto;
- Assenza della gestione finanziaria, mediante l’elaborazione del cash-flow giornaliero e di breve-medio periodo;
- Assenza di reporting mensile che evidenzia il risultato economico aziendale per linea di prodotto, in modo efficace e tempestivo;
L’elaborazione del cash-flow aziendale, redatto con competenza e precisione, dà la possibilità all’imprenditore di conoscere in tempo reale la liquidità e la possibilità di far fronte a tutti i pagamenti, risparmiando oneri finanziari, spese bancarie, penalità per ritardato pagamento, blocco delle merci da parte dei fornitori e non ultimo quegli attacchi di panico giornaliero che derivano dal non conoscere con certezza se ha la possibilità di far fronte ai propri impegni finanziari quotidiani.
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